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lunedì | 01-12-2025

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Cronaca

Lanificio, doppio colpo: ladri in azione e nessuna novità sul futuro

Entrano con un furgone, portano via cavi e componenti: macchinari inutilizzabili, danni per oltre 100mila euro. Intanto nessuna risposta da Firenze sugli investitori.

Si assottigliano le speranze e si moltiplicano le paure tra i dipendenti del lanificio di Soci che produce il Panno del Casentino. Mentre il destino dell’azienda Manifattura del Casentino resta senza aggiornamenti, un colpo ha devastato lo stabilimento ormai fermo da settimane: nella notte tra tra mercoledì 26 e giovedì 27 novembre i ladri hanno fatto irruzione e hanno svuotato la fabbrica di tutto il materiale elettrico, cavi e componenti, rendendo inservibili i macchinari. Il danno stimato supera i 100mila euro. Tutto facile, in uno stabilimento deserto in quanto non operativo.

Secondo una prima ricostruzione del raid, i ladri sarebbero entrati con un furgone dalla zona industriale. Una volta forzato l’ingresso principale, hanno tagliato i cavi elettrici e staccato uno a uno i pezzi più preziosi dei macchinari, smontando l’impianto. In particolare i malviventi si sono concentrati su rame e cavi elettrici. Per i macchinari tessili di grandi dimensioni, rimasti senza alimentazione e cablaggio, la produzione non potrà ripartire. Spariti anche i cavi collegano la famosa «rattina», macchina  unica al mondo, che dà alla lana il classico ricciolo. Sul furto indagano i Carabinieri di Bibbiena.

Roberto Malossi e Andrea Fastoni, i due titolari, si dichiarano “amareggiati, il danno è importante, ora sarà ancora più difficile trovare un imprenditore che possa essere interessato”.

Il danno per l’azienda è pesantissimo: per ripristinare l’impianto serviranno mesi e investimenti rilevanti.

Una ferita pesantissima per lavoratori, famiglie e territorio, già schiacciati dall’incertezza. Non c’è produzione da metà settembre e ora la paura è che il furto sia un ulteriore passo verso la chiusura.

La Regione aveva aperto la porta a una possibile soluzione industriale, agli operai non hanno ricevuto alcuna comunicazione.

Il sindaco e i sindacati rivolgono un estremo appello al presidente Eugenio Giani affinché si torni ad affrontare il caso con urgenza.

Per i lavoratori del lanificio il furto è solo l’ultimo capitolo in una vicenda che ha l’amaro sapore dell’abbandono.

Oggi più che mai, il futuro del lanificio è appeso a un filo.

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