Ambiente
Le Radici del futuro: la dottoressa forestale dell’Unione Fantoni interviene sulla relazione uomo e natura

L’Unione dei Comuni Montani del Casentino, con la dottoressa forestale Ivana Fantoni, è stata presente a un’interessante tavola rotonda che si è tenuta lo scorso 30 agosto a Stia nel contesto del convegno “Abitare le terre di mezzo – nuovi equilibri per le montagne del futuro” per la sesta edizione del Festival “Radici del Futuro”, organizzato dalla comunità di Stia e Papianoinsieme. La traccia dell’incontro è partita dal volume “La montagna con altri occhi”, realizzato dal Comitato scientifico de L’AltraMontagna, quotidiano online dedicato alle terre alte e media partner del Festival. Il gruppo interdisciplinare di tecnici forestali, antropologi e naturalisti si è confrontato sulle parole chiave per immaginare la montagna del futuro.
Ivana Fantoni, partendo dalla parola “conoscenza” ha richiamato l’attenzione sulla necessità di superare l’approccio semplicistico e perfino banalizzante nella narrazione e nella gestione degli ecosistemi agro- silvo pastorali, che sono comunità complesse di piante, animali e uomini.
Il tecnico dell’Unione ha evidenziato l’odierna crescente divaricazione tra uomo e natura e ha commentato: “L’Unione dei Comuni si occupa della gestione del patrimonio forestale pubblico regionale che si inserisce nel solco di un’antica tradizione; tuttavia ogni forma di gestione attiva, oggi, viene messa sempre di più in discussione. Occorre superare la contrapposizione tra uomo e natura recuperando e anche innovando, alla luce delle maggiori conoscenze ecologiche, un approccio mentale e spazi fisici di relazione, in cui l’uomo possa fare un uso consapevole e realmente rispettoso delle risorse naturali. I nostri pascoli, i castagneti da frutto e tutto il mosaico di paesaggi delle nostre “mezze montagne” costituiscono splendidi esempi di cura, convivenza e ricchezza di biodiversità, oggi in gran parte dimenticati e abbandonati.”
Ivana è partita proprio dalla tradizione forestale che l’Unione ha raccolto, come lavoro e come sfida per il futuro, per lanciare un messaggio chiaro: “Il modo di vivere e di relazionarsi con il territorio delle minoranze che ancora svolgono attività forestali, agricole o di allevamento risulta sostanzialmente incomprensibile per la maggioranza dei cittadini. Purtroppo siamo ormai vicini ad un punto di non ritorno: dal 2000 al 2020 abbiamo assistito a un dimezzamento della superficie agricolo pastorale, le attività dell’uomo, soprattutto in collina e in montagna stanno scomparendo insieme ad un paesaggio bello, complesso, ricco di biodiversità. Conoscere e far conoscere questa complessità e sviluppare relazioni e’ quindi fondamentale per superare la diffidenza e dare prospettiva alle montagne del futuro. La conoscenza é funzionale alla definizione delle azioni in grado di incidere sulla vita delle persone. Credo che stiamo perdendo tempo su questioni che non ci aiutano a riportare la montagna al centro dell’interesse di tutti gli interlocutori e in modo equilibrato. Mettere a disposizione mezzi, attrezzature, finanziamenti, delineare buone pratiche di gestione e scrivere piani e progetti non è sufficiente se non torniamo ad investire più direttamente sull’unico strumento indispensabile che è l’uomo, ridando valore alla manualità e ai mestieri rurali, capaci di mantenere l’equilibrio dinamico del territorio.”
Per migliorare la propria capacità di comunicazione verso i cittadini e rendere più oggettiva la valutazione della gestione forestale l’Unione dei Comuni Montani del Casentino ha acquisito recentemente la certificazione di Gestione Forestale Sostenibile per tutto il patrimonio forestale regionale. Si tratta di un riconoscimento nazionale importantissimo per tutta la vallata, che interessa oltre 11.000 ettari di boschi e offre la possibilità di certificare e tracciare il legname delle nostre foreste, valorizzando di conseguenza tutta la filiera. Le aziende di trasformazione potranno così avvalersi di un prodotto riconoscibile, sostenibile, controllato e quindi di massima qualità. Il processo di certificazione si inserisce in un percorso di valorizzazione della multifunzionalità delle foreste gestite dall’Unione dei Comuni, in continuità con l’attività che fu avviata nel 1977 dalla Comunità Montana.