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giovedì | 25-09-2025

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Focus 24

Il crollo di Fiat e l’ascesa dei marchi cinesi cambiano il mercato dell’auto italiano

Era impensabile solo cinque anni fa, eppure oggi è realtà: per la prima volta nella storia dell’automobile italiana, Fiat rischia seriamente di perdere il primato di marchio più venduto nel Paese. I dati dei primi otto mesi del 2025 dipingono un quadro che avrebbe fatto rabbrividire Gianni Agnelli: Fiat ha perso il 9,8% delle vendite, scendendo a una quota di mercato del 9,6%, mentre marchi cinesi completamente sconosciuti agli italiani fino a qualche anno fa scalano le classifiche con aumenti a tre cifre.

La rivoluzione è silenziosa ma inarrestabile. MG, marchio britannico ora di proprietà cinese, ha fatto il suo debutto nella top 10 italiana nel marzo 2025 con un incredibile +65,8% di crescita. BYD, il gigante cinese delle batterie diventato costruttore di auto, ha registrato un aumento del 1349,3% nei primi mesi dell’anno. Numeri che, tradotti in parole semplici, significano una cosa: il panorama automobilistico italiano non sarà mai più lo stesso.

Fiat non è solo un marchio per gli italiani, è un simbolo identitario. La 500, la Panda, la Punto hanno accompagnato generazioni di famiglie italiane, diventando parte del DNA automobilistico nazionale. Vedere questo colosso tentennare fa un certo effetto, soprattutto qui in Toscana dove le concessionarie Fiat sono state per decenni il punto di riferimento per migliaia di famiglie.

Marco Benedetti, titolare di una storica concessionaria ad Arezzo, non nasconde la preoccupazione: “Trent’anni che lavoro con Fiat, ho visto l’evoluzione del marchio e dei suoi modelli. Ma quello che sta succedendo oggi è senza precedenti. I clienti entrano, guardano la Panda o la 500, poi mi chiedono di vedere le auto cinesi. E spesso escono con quelle.

I motivi di questa crisi sono molteplici e complessi. Da un lato, Stellantis (la casa madre di Fiat) ha spostato parte significativa della produzione all’estero, con conseguenti tensioni con il governo italiano e un progressivo distacco dal mercato domestico. Dall’altro, l’offerta Fiat sembra aver perso competitività, soprattutto nel segmento delle auto elettriche e ibride, dove la concorrenza asiatica si dimostra più aggressiva sia nei prezzi che nella tecnologia.

La Fiat 600 elettrica, lanciata nel 2024 con grandi aspettative, non è riuscita a replicare il successo della sua antenata. Nonostante un design accattivante, il prezzo elevato e alcuni problemi di affidabilità iniziali l’hanno penalizzata rispetto alle alternative cinesi, più economiche e spesso meglio equipaggiate.

Il successo dei marchi cinesi in Italia non è frutto del caso, ma di una strategia precisa e ben orchestrata. Aziende come BYD e MG non sono arrivate improvvisate: hanno studiato il mercato italiano, individuato i punti deboli della concorrenza europea, e hanno colpito con precisione chirurgica.

BYD: Il Gigante delle Batterie Diventa Re delle Auto

BYD (Build Your Dreams) è probabilmente il nome che meglio rappresenta questa rivoluzione. Nata come produttore di batterie per telefoni cellulari, l’azienda cinese è diventata in pochi anni il secondo costruttore mondiale di auto elettriche, dietro solo a Tesla.

In Italia, BYD ha debuttato ufficialmente nel 2023, ma è nel 2025 che ha iniziato a fare sul serio. La BYD Atto 3, un SUV elettrico compatto, viene venduta a 35.000 euro con incentivi statali che la portano sotto i 25.000 euro. Per confronto, un Volkswagen ID.4 comparabile costa almeno 45.000 euro, incentivi esclusi.

La prima volta che ho visto una BYD, ho pensato fosse l’ennesima copia cinese di scarsa qualità“, racconta Lucia Mariotti, impiegata di banca aretina che ha acquistato una Atto 3 a gennaio. “Dopo il test drive ho cambiato completamente idea. L’auto è moderna, tecnologica, silenziosa. E soprattutto costa molto meno delle equivalenti tedesche o giapponesi.

MG: Il Marchio Britannico con l’Anima Cinese

La storia di MG è ancora più interessante. Il marchio britannico, acquistato dal gruppo cinese SAIC nel 2007, è riuscito a combinare il fascino dell’heritage inglese con l’efficienza produttiva cinese e prezzi aggressivi.

La MG ZS, un SUV compatto ibrido, ha conquistato migliaia di automobilisti italiani con un prezzo di listino di 22.000 euro, circa 5.000 euro meno dei concorrenti europei. La MG4, berlina elettrica con oltre 400 km di autonomia, viene proposta a partire da 30.000 euro, un prezzo che i costruttori europei fanno fatica anche solo a immaginare.

Il successo di MG in Italia è stato folgorante: nel marzo 2025 ha registrato 6.582 immatricolazioni, conquistando per la prima volta una posizione nella top 10 dei marchi più venduti in Italia, con una quota del 3,8% del mercato mensile.

L’Effetto Domino

Gli effetti di questa rivoluzione si stanno facendo sentire in tutta Italia, e la Toscana non fa eccezione. Nella provincia di Arezzo, i dati delle immatricolazioni dei primi mesi del 2025 mostrano tendenze che rispecchiano quelle nazionali: crescita dei marchi cinesi, difficoltà per le case tradizionali, boom dell’elettrico e dell’ibrido.

Concessionarie in Trasformazione

Le concessionarie toscane stanno rapidamente adattando la loro offerta. Molte hanno aggiunto i marchi cinesi al loro portfolio, spesso sostituendo brand europei che faticano a mantenere volumi interessanti.

Ho dovuto fare una scelta difficile“, spiega Roberto Chiari, concessionario a Montevarchi. “Ho lasciato un marchio francese con cui lavoravo da quindici anni per prendere MG. I numeri parlano chiaro: in tre mesi ho venduto più MG di quanto vendessi di francesi in un anno intero.

Il Mercato dell’Usato si Complica

L’ascesa dei marchi cinesi sta creando nuove dinamiche anche nel mercato dell’usato. Da un lato, le auto tradizionali europee mantengono valori residui più alti, grazie alla reputazione consolidata e alla rete di assistenza capillare. Dall’altro, iniziano a comparire i primi veicoli cinesi di seconda mano, con prezzi molto interessanti ma con alcune incognite sulla tenuta del valore nel tempo.

Antonella Ferri, che gestisce un’azienda di auto usate ad Arezzo, racconta: “I clienti sono curiosi verso le auto cinesi usate, ma anche prudenti. La settimana scorsa è arrivato un tizio interessato a una MG ZS del 2022, ma voleva garanzie sulla storia del veicolo, sulla manutenzione, sui ricambi. È normale, con un marchio nuovo c’è sempre un po’ di diffidenza iniziale.

Questo aspetto evidenzia l’importanza crescente della trasparenza nella compravendita di auto usate. Con l’arrivo di nuovi marchi, spesso poco conosciuti, diventa fondamentale poter verificare la storia completa di un veicolo prima dell’acquisto. Servizi come www.carvertical.com/it/decoder-vin stanno diventando preziosi proprio per questo: permettono di controllare il passato di auto di marchi meno familiari, verificando tutto dall’uso precedente agli eventuali problemi meccanici, dalle modalità di importazione alla regolarità della manutenzione.

La Risposta dell’Europa

L’invasione cinese ha colto di sorpresa l’industria automobilistica europea, che per decenni aveva dominato il mercato mondiale grazie a tecnologia superiore e marchi prestigiosi. La risposta è arrivata, ma forse troppo tardi.

Volkswagen ha annunciato una riduzione dei prezzi delle sue auto elettriche del 15-20% per il 2025. Stellantis sta accelerando lo sviluppo di modelli entry-level elettrici. PSA (Peugeot-Citroën) ha lanciato offensive commerciali aggressive con finanziamenti a tasso zero.

Ma i cinesi non stanno fermi. BYD ha annunciato l’apertura di uno stabilimento produttivo in Ungheria, che permetterà di evitare i dazi europei e ridurre ulteriormente i prezzi. MG sta investendo massicciamente nella rete di assistenza europea, colmando uno dei principali gap competitivi rispetto ai marchi tradizionali.

Uno dei pregiudizi più duri da superare riguarda la qualità percepita delle auto cinesi. “Made in China” per molti italiani è ancora sinonimo di scarsa affidabilità, nonostante la realtà sia ormai molto diversa.

I test indipendenti condotti da organizzazioni come Euro NCAP mostrano che le auto cinesi di ultima generazione raggiungono livelli di sicurezza e qualità paragonabili a quelle europee. La BYD Tang ha ottenuto 5 stelle nei crash test, la MG4 ha vinto diversi premi internazionali per design e innovazione.

Giuseppe Martini, meccanico specializzato ad Arezzo, conferma questo cambiamento: “Le prime auto cinesi che arrivavano dieci anni fa erano effettivamente scadenti. Ma quelle di oggi sono completamente diverse. La qualità costruttiva è migliorata enormemente, e la tecnologia spesso è più avanzata di quella europea.”

L’Impatto sui Lavoratori del Settore

Questa trasformazione del mercato sta avendo conseguenze significative anche sull’occupazione nel settore automobilistico. Se da un lato crescono le opportunità legate ai nuovi marchi cinesi – venditori, meccanici specializzati, formatori – dall’altro si riducono quelle legate ai marchi tradizionali in difficoltà.

In Toscana, regione storicamente legata all’industria automobilistica italiana, l’effetto si fa sentire. Gli stabilimenti Piaggio di Pontedera stanno diversificando la produzione verso l’elettrico, mentre le officine si attrezzano per la manutenzione dei nuovi sistemi di propulsione.

Gli analisti del settore prevedono che il trend di crescita dei marchi cinesi continuerà almeno fino al 2027-2028. L’arrivo di altri brand (Nio, Xpeng, Great Wall) potrebbe accelerare ulteriormente questo processo.

Fiat, dal canto suo, non resta con le mani in mano. Il nuovo piano industriale di Stellantis prevede investimenti significativi nell’elettrico e il ritorno di alcuni modelli iconici in versione moderna. La nuova Fiat Grande Panda, già in pre-produzione, punta a riconquistare il segmento entry-level con un prezzo competitivo e tecnologia all’avanguardia.

Consigli per i Consumatori Toscani

Per chi sta considerando un marchio cinese: Informatevi sulla rete di assistenza locale, verificate la disponibilità di ricambi, e non dimenticate di controllare attentamente la storia del veicolo se acquistate usato.

Per chi rimane fedele ai marchi tradizionali: Aspettatevi offerte sempre più aggressive da parte delle case europee, che dovranno necessariamente abbassare i prezzi per competere.

Per chi vuole vendere: Le auto europee tradizionali mantengono ancora valori residui superiori, ma il gap si sta riducendo rapidamente.

Il sorpasso dei marchi cinesi su Fiat nel mercato italiano non è più una questione di “se”, ma di “quando”. I segnali sono tutti convergenti: prezzi più bassi, tecnologia competitiva, rete di vendita in espansione, accettazione crescente da parte dei consumatori.

Per noi toscani, abituati a vedere nelle strade Panda e Punto come parte del paesaggio, sarà un cambiamento culturale significativo. Ma le rivoluzioni tecnologiche raramente chiedono il permesso prima di arrivare. E questa è solo all’inizio.

Il mercato automobilistico italiano del 2030 sarà probabilmente irriconoscibile rispetto a quello di oggi. Chi si adatterà prima alle nuove dinamiche avrà maggiori possibilità di trovare la propria auto ideale al prezzo giusto. Chi resterà ancorato al passato rischierà di rimanere indietro in una trasformazione che non aspetta nessuno.

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